Il baccalà: cos’ è
Il baccalà è un merluzzo nordico (Gadus macrocephalus o Gadus morhua), presente nel Pacifico e nell’ Atlantico. Questo processo ne migliora la conservabilità nel tempo e si pratica da tempo immemore, grazie soprattutto all’ opera dei pescatori baschi. Il nome baccalà deriva dal tedesco “bakkel-jau” che significa “pesce salato”.
Il baccalà: disambiguazione
Molto spesso viene fatta confusione tra baccalà, stoccafisso etc.. cerchiamo allora di fare chiarezza. Per baccalà si intende il filetto o la parte dorsale e di mezzo del merluzzo, che a Napoli prende il nome di “mussillo”, ovvero “boccuccia” in quanto, questa parte pregiata del merluzzo, ricorderebbe proprio la “consistenza delle labbra. Il filetto di baccalà si differenzia dal filetto di stoccafisso (in napoletano “cureniello ‘e stocco” da corona, ovvero la groppa del pesce ), mentre il primo ha carni sode e bianche, il secondo è ambrato e si “sfoglia”.
Il baccalà: produzione
La produzione del baccalà avviene soprattutto in Danimarca, Isole Faroe, Norvegia, Islanda, Canada e soprattutto nelle coste del Labrador. In Italia i consumatori abituali sono principalmente napoletani e genovesi , i vicentini invece, utilizzano lo stocco (merluzzo eviscerato seccato ed affumicato) che erroneamente chiamano baccalà. Ad ogni modo in Italia, siamo i secondi consumatori al mondo, dopo i portoghesi, di baccalà. Il termine stocco invece deriva dall’olandese antico “stokvisch”, ovvero “pesce a bastone”, chiamato così, perchè quando si secca è durissimo, appunto come un bastone.
Il baccalà: valori nutrizionali
Il baccalà, derivando dal merluzzo è un pesce magro e molto proteico, adatto pertanto all’ alimentazione degli sportivi e di chi è a dieta. Il baccalà presenta un elevato contenuto di sali minerali, ed in particolare di fosforo, iodio, ferro e calcio. Va però precisato che il baccalà contenendo molto sodio va consumato con moderazione in caso di pressione alta e/o gotta.
Il baccalà in cucina
Il baccalà in Italia è piuttosto amato e prima di cucinarlo, va lasciato a lungo a bagno, sia che si tratti di filetto di baccalà, per dissalarlo, sia che si tratti di filetto di stoccafisso, per rinvenirlo, visto che è particolarmente duro. Al nord Italia e soprattutto in Lombardia e Piemonte viene cucinato in pastella, ma anche mantecato o in agrodolce. Nella regione Basilicata, abbiamo una ricetta tradizionale chiamata baccalà alla lucana, ovvero cucinato con peperoni cruschi, ovvero peperoni rossi dolci essiccati. Scendendo più al sud, vediamo che in Campania viene preparato con pomodoro ed olive nere, ma anche fritto, soprattutto in occasione delle festività natalizie. Nella città di Cosenza, viene preparato in modo succulento con patate, olive nere, peperoni, pomodoro, alloro, prezzemolo, sale e pepe. Il baccalà alla vicentina in realtà è stoccafisso, preparato con cipolle, grana, latte e prezzemolo. In Sicilia, viene preparato come in Campania, solo che vi si aggiungono anche patate, pinoli ed uvetta. A Roma il baccalà fritto, è uno dei componenti di un piatto tipico, ovvero il fritto misto alla romana. Anche in Toscana, e più precisamente nella città di Livorno viene preparato il baccalà fritto, che poi viene però ripassato in padella con il pomodoro.
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