Noto anche come “banana da cottura”, con il termine platano si intende in ambito culinario una particolare tipologia di banane tropicali del genere Musa che, rispetto alle banane da dessert comuni, hanno un maggiore contenuto di amido e vengono consumati cotti o cucinati.
In botanica non esiste una distinzione formale tra “banano” e albero di platano, ma per comodità utilizziamo il secondo termine per identificare il frutto diffuso in larga parte delle zone tropicali, e in particolare in Africa, in America Centrale e in America del Sud, tanto da essere ritenuto il decimo elemento di base più importante nel mondo. Dal punto di vista generale si riconoscono platani con colorazione da gialla a nera, che possono anche essere impiegati per preparare piatti dolci, mentre le varianti con buccia verde si consumano in genere dopo la cottura.
Questi alimenti si caratterizzano innanzitutto per contenere più amido e meno zucchero delle “banane da dessert”, e sono una fonte di carboidrati sotto forma di zuccheri naturali e di potassio. La presenza di fibre li rende alleati per mantenere un funzionamento regolare dell’intestino e per limitare problemi di stitichezza, mentre per quanto riguarda le vitamine si trovano buone percentuali di vitamina A e di vitamina C, ma anche di vitamina del gruppo B e di sali minerali, in particolare di magnesio, ferro e fosforo. Tradizionalmente, il platano cotto al vapore è considerato un piatto molto nutriente ed è consigliato a bambini e anziani, mentre i platani maturi possono essere usati per la fase di svezzamento dei piccoli.
Nonostante quanto si possa pensare, il frutto di platano maturo può essere mangiato anche crudo e al naturale, perché l’amido contenuto si converte in zucchero durante il processo di maturazione. Ciò che cambia, e molto, è il sapore: quando è l’esterno è verdognolo è più acre e amaro, mentre acquista gusto più dolce quando la buccia vira sui toni del marrone. Comunque, la cottura si lega direttamente alle usanze e alle tradizioni locali e il platano rappresenta un alimento fondamentali al pari delle patate, anche per un sapore e una consistenza neutrale che consente una preparazione al vapore, bollito o in frittura. Molto diffuse e sfiziose sono ad esempio le patatine di platano fritto, realizzate da platani acerbi che vengono affettati finemente e fritti in immersione d’olio per preparare uno snack davvero irresistibile.
In generale, come per le banane classiche anche per cucinare il platano bisogna preventivamente privato della buccia, ma questa operazione è un po’ più complessa se non è ancora maturo, perché la polpa è molto compatta e la buccia è dura: per riuscire nell’intento si incide la parte esterna con un coltello e poi si procede a eliminare la buccia. Il contenuto interno può essere preparato lessato, al forno o fritto, proprio come si farebbe per le patate; se il frutto è particolarmente maturo, si presta anche all’utilizzo come contorno al naturale o come dessert, ad esempio caramellando la polpa. Dal platano essiccato e macinato si ricava poi una farina senza glutine, utile alla preparazione di purè, frittelle o focaccine.
Oggi non è difficile trovare questi prodotti anche nei centri commerciali più attrezzati o nei negozi etnici che ormai si stanno diffondendo nelle nostre città italiane. Il prezzo del platano si rivela in genere superiore a quello delle banane comuni, ma comunque in media rispetto ad altri frutti esotici.
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