Che cos’è
Con il termine mandarino si intende sia l’albero che il frutto che genera; la pianta si indica col nome scientifico di Citrus reticulata e appartiene al genere Citrus, di cui in realtà è uno dei rappresentanti puri, ovvero che nel corso della storia non ha subito incroci botanici, insieme al cedro e al pomelo (anche il limone, per fare un esempio, viene ritenuto un antico ibrido) e alle famiglia delle Rutacee. Rispetto agli altri agrumi, l’albero è più piccolo, con rami sottili e foglie lanceolate; i fiori sono solitari o si presentano in piccoli corimbi, hanno in genere cinque petali bianchi e numerosi stami, che sprigionano un forte e caratteristico profumo. Il frutto dei mandarini, invece, ha forma sferica ma leggermente appiattito alle due estremità, di dimensioni inferiori (pesa approssimativo tra i 50 ed i 100 grammi) e un colore di arancione meno intenso rispetto a quelli dell’arancia; la scorza è sottile e facilmente separabile dall’interno di questo “esperidio”, che contiene la polpa carnosa, costituita da una serie di spicchi (carpelli) che possono variare in numero da 10 a 16, mentre il numero di semi in ciascun segmento può arrivare fino a 59. Si ritiene che un albero adulto possa generare fino a 600 frutti all’anno.
Varietà
I mandarini possono essere coltivato nelle zone tropicali e subtropicali, e si è adattato ai climi temperati dell’Europa meridionale e del sud degli Stati Uniti. Questo ha dato vita a numerose varietà di questo frutto, alcune delle quali tipicamente italiane, come il mandarino tardivo di Ciaculli (originario del palermitano e in particolare della Conca d’Oro), dal gusto zuccherino; il Mandarino cinese, dalla buccia molto sottile e commestibile; il mandarino tangerino, che deve il suo nome al Marocco, da cui poi è stato importato nel Vecchio Continente; i mandarini Cleopatra dell’India, particolarmente ricchi di semi; i king cinesi o il satsuma statunitense. Inoltre, a partire da questo frutto sono stati creati anche tre ibridi, noti e apprezzati, come il mandarancio (incrocio con l’arancia), le clementine (insieme al mandarancio) e il mapo (unione con il pompelmo).
Utilizzi in cucina
I mandarini vengono generalmente consumati freschi, dopo aver provveduto a togliere la buccia e suddividere la polpa in spicchi, da soli o accompagnati ad altra frutta per preparare ottime macedonie, oppure come ingrediente base di dolci come crostate, torte e pasticcini, nonché per ricette salate di ispirazione esotica, per dare un tocco originale a semplici insalate miste e contorni di verdura o creare saporiti mix agrodolci insieme a secondi piatti a base di carne e pesce. La dolcezza del frutto si presta bene alla preparazione di sfiziose marmellate di mandarini, come pure all’utilizzo delle bucce per creare le scorzette candite ricoperte di zucchero o cioccolata; la polpa, invece, può essere premuta per estrarre un succo di frutta rinfrescante e ricco di vitamine, oltre che per granite, ghiaccioli e gelatine di origine naturale.
Proprietà
Analizziamo in ultimo le qualità benefiche e le caratteristiche nutritive dei mandarini, che forse rappresentano l’aspetto più interessante per incentivare a mangiare questo saporito frutto, che si rivela nutriente e facilmente digeribile, anche se non proprio ipocalorico. Guardando da vicino i valori nutrizionali dei mandarini, infatti, 100 grammi di prodotto forniscono un apporto di 53 chilocalorie, 13,300 grammi di carboidrati e 0,800 grammi di proteine, che deriva sostanzialmente dal fruttosio; anche il carico glicemico è abbastanza alto, così da consigliare comunque un consumo moderato, specie nei casi di sovrappeso o patologie come il diabete. Di tutt’altro segnale, invece, la presenza di acido ascorbico, ovvero la vitamina C che anche nell’immaginario collettivo è abbinata immediatamente agli agrumi: i mandarini non fanno eccezione e si confermano un’ottima fonte per immagazzinare questo prezioso elemento che, insieme alle vitamine del gruppo A e B, contribuire a proteggere l’organismo da raffreddori e febbri, migliorare le funzioni visive, oltre che avere effetti positivi su mucose e i capillari e rinforzare il sistema immunitario, soprattutto nei bambini. Il contenuto in minerali (dal magnesio al ferro, dal potassio al calcio) si rivela utile per regolare il corretto funzionamento dell’intestino, per normalizzare la pressione arteriosa e per favorire la diuresi, mentre le fibre contrastano la ritenzione idrica e aiutano la digestione.
Ultima annotazione: ci sono studi scientifici che attribuiscono ai mandarini e agli antiossidanti contenuti delle interessanti proprietà antitumorali, in particolare per la prevenzione di fegato e apparato digerente complessivo, oltre che di altre patologie come l’ictus. Insomma, ancora una volta bisogna affidarsi alla saggezza popolare e confidare nel potere benefico che il consumo di questi frutti può garantire.
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