In cucina il tempo è davvero un elemento cruciale e in alcuni casi bastano letteralmente due minuti per ottenere un risultato completamente diverso, passando da un piatto perfetto al disastro! Un esempio pratico riguarda la pasta e il suo tempo di cottura, che può portare a uno dei più gravi (e frequenti) errori in cui possiamo incappare nella sua preparazione, ovvero la pasta scotta. Eppure, per fortuna, anche questo difetto è rimediabile e ci sono alcuni metodi per recuperare la pasta scotta ed evitare di dover servire un piatto imperfetto (o di gettar via tutto)!
Sulla cottura della pasta ci sono infinite tesi e dibattiti, che iniziano dal momento in cui deve iniziare a calcolare il tempo di cottura (non l'attimo in cui caliamo la pasta, ma quello in cui l'acqua riprende a bollire) e terminano con i modi di verificare se la pasta è pronta (con la faida tra chi rispetta le indicazioni riportate in etichetta e chi, invece, si fida solo delle sensazioni dell'assaggio). E non meno forti sono le differenze (di gusto) tra chi preferisce la pasta al dente e chi invece ritiene più gradevole un boccone per così dire più cedevole.
Ad ogni modo, possiamo essere tutti d'accordo su un fatto: cuocere troppo la pasta, lasciandola in ammollo per più minuti di quanto necessario, è sempre un errore. Il perché è presto detto: la pasta scotta diventa molliccia e appiccicosa, dal sapore gommoso e sgradevole, e sembra quasi ammassarsi in un impasto colloso nel tubo digerente, rendendo più difficile la digestione. Anche visivamente la pasta scotta è un mezzo disastro, perché la pasta non mantiene la forma e si spappola al contatto con la posata. Inoltre, e qui sono gli studi scientifici a "parlare", la pasta scotta sembra avere anche un impatto maggiore sull'assorbimento di zucchero nel sangue, oltre che avere un quantitativo inferiore di amido e nutrienti (che, praticamente, si disperdono maggiormente nell'acqua di cottura).
Insomma, la pasta troppo cotta è un bel guaio, ma non significa che il piatto sia completamente da gettare, perché anzi recuperare la pasta scotta è più facile di quanto si possa pensare, e ci sono almeno cinque metodi più uno che possiamo applicare.
Ciò di cui abbiamo bisogno è una certa dose di creatività, capacità di adattamento e qualche ingrediente per dare nuova vita al piatto. Anche perché, dobbiamo premetterlo, la maggior parte di questi suggerimenti arriva da esperti stranieri - forse perché noi italiani non scuociamo la pasta o siamo troppo orgogliosi per ammetterlo (e presentare un piatto recuperato!).
E proprio dagli Stati Uniti arriva il primo consiglio per rimediare a questo errore, da applicare quando la pasta è stata appena scolata ed è ancora bollente: mettendo la pasta in acqua fredda (o addirittura in una scodella con del ghiaccio) ne blocchiamo la cottura e la contrazione dell’amido, che produce l'effetto-colla. Se siamo fortunati, questo processo basterà a salvare il piatto, che poi sarà riscaldato in modo adeguato dal condimento (ad esempio con sugo di pomodoro, per l'elevato contenuto di acidità).
Quando invece è troppo tardi e la pasta è scotta ormai da tempo, possiamo passare in rassegna un'altra serie di suggerimenti - che, in linea di massima, invitano a reinterpretare il piatto in maniera ingegnosa, intervenendo sul metodo di cottura o sugli ingredienti.