Le uova sono uno degli alimenti più consumati in Italia.
E’ stato calcolato infatti che ogni italiano ne assume ben 13,7 kg all’anno (direttamente o indirettamente all’interno di altri cibi), per un totale complessivo di 12 miliardi. Le uova però sono anche uno di quegli ingredienti dei quali è molto importante conoscere le origini, oltre che la data di scadenza.
E’ proprio per questo che, a partire dal 2004, è diventato obbligatorio mostrare tutta una serie d’informazioni direttamente sui gusci delle uova all’interno delle confezioni. A dire il vero però queste informazioni riportate sono trascritte sotto forma di codici, e comprenderle non è affatto così semplice.
Nonostante non siano poi così esplicite le informazioni sull’alimento che stiamo per acquistare, resta comunque indispensabile informarsi per poterle scegliere in sicurezza.
Ecco dunque il significato del codice sulle uova:
PRIMA CIFRA
La prima cifra del codice riportato sulle uova rappresenta il tipo di allevamento in cui si trovano le galline.
“0” = Allevamento Biologico.
In questo tipo di allevamento le galline sono libere di razzolare all’aperto e si nutrono di foraggi e mangimi unicamente di agricoltura biologica. Possiamo dire che si tratta dunque di una tipologia di uova molto simile a quelle raccolte nelle fattorie e nelle cascine.
“1” = Allevamento all’Aperto.
Negli allevamenti di questo tipo le galline sono libere di girare all’aperto per una gran parte della giornata. Hanno così la possibilità di riporre le loro uova sia in una parte esterna che in una interna.
“2” = Allevamento a Terra.
Viene definito allevamento a terra un luogo in cui le galline sono più o meno libere di muoversi, ma non sono all’aperto. Le uova di questi animali infatti vengono riposte nei nidi, direttamente in terra oppure sulle lettiere, sempre all’interno dei grandi capannoni in cui sono allevate.
“3” = Allevamento a Batteria/Allevamento in Gabbia
Questi allevamenti di questo tipo sono decisamente intensivi e gli animali non hanno alcun tipo li libertà. Solitamente per ogni metro quadro di gabbia si trovano infatti circa 25 galline, costrette a vivere l’intera vita all’interno delle stesse e depositando sempre lì le loro uova. Considerando che le gabbie vengono messe l’una sull’altra sarà anche possibile immaginare il grosso numero di animali.
Come è facile immaginare, per gli allevamenti 0, 1 e 2, la raccolta delle uova avviene manualmente al contrario dell’allevamento 3, dove le uova dalle gabbie vengono convogliate direttamente nei macchinari che provvederanno al confezionamento.
LETTERE e CIFRE
Sulle uova vengono riportate anche delle lettere. Quelle subito dopo il numero di allevamento corrispondono al Paese di provenienza, ed è per questo che su quelle che portiamo a casa troviamo scritto “IT” (Italia).
Le successive lettere invece, sono la sigla della provincia in cui si trova l’allevamento. Un dato ancor più dettagliato quindi sulla provenienza di questo alimento.
Tra i due gruppi di lettere, nel mezzo, ci sono invece dei numeri che corrispondono al codice Istat del comune in cui sono allevate le galline e prodotte quindi le uova.
ULTIME CIFRE
Il codice riportato sulle uova termina sempre con una serie di numeri. Quest’ultimi corrispondono con esattezza all’azienda agricola in cui è situato l’allevamento. Seppur segnato come ultimo codice, ha una grandissima importanza per un eventuale tracciabilità.
Ovviamente, oltre al codice riportato direttamente sulle uova, è più che importante che sulla confezione venga stampata la data di scadenza.
Accanto a quella però viene sempre segnato anche il loro peso, rappresentato in questo modo:
S - Uova Piccole (il loro peso è inferiore ai 52 gr)
M - Medie (il loro peso va dai 53 gr fino ai 62 gr)
L - Grandi (il loro pesa va dai 63 gr fino ai 72 gr)
XL - Grandissime (il loro peso parte dai 73 grammi)
In ultimo esiste la categoria “A” e quella “B”.
Le uova di tipo “A” sono pronte all’uso e non necessitano di una pulizia. In alcuni casi, più rari, questo tipo di uova vengono anche lavate a la dicitura compare scritta.
Le uova di tipo “B” invece sono quelle destinate alla trasformazione industriale, che sia alimentare o meno.