Lo svezzamento è una fase fondamentale del processo di crescita di un bambino, ed è ancora molto complessa: bisogna iniziare a introdurre cibi solidi nella dieta del piccolo, che vanno a integrare e poi progressivamente sostituire l’allattamento. Di solito, i primi alimenti che il bimbo impara a conoscere e mangiare sono gli omogeneizzati di carne e verdure, prodotti in pratica da ogni azienda del settore: eppure, per chi vuole dei pasti naturali e sicuri al 100%, ci sono tante ricette per fare omogenizzati in casa.
Negli ultimi anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato a non utilizzare la vecchia parola svezzamento o divezzamento per definire il passaggio all’alimentazione solida, perché l’origine del termine fa riferimento alla perdita di un vizio (nella fattispecie, l’allattamento al seno). Invece, il latte materno è un elemento fondamentale per la crescita dei bambini e può (o anzi deve) continuare a costituire parte della loro dieta anche dopo l’introduzione di altri cibi: per questo, sarebbe più corretto parlare di “alimentazione complementare”.
Questa espressione, infatti, richiama proprio alla necessità di aggiungere alimenti solidi parallelamente al latte materno, modalità che protegge lo sviluppo dei piccoli: diversi studi hanno dimostrato che i bambini svezzati ancora allattati dalla mamma dimostrano inferiori possibilità di soffrire negli anni successivi di malattie dell’apparato respiratorio o di manifestare un eccesso di peso.
In genere, il periodo di alimentazione complementare inizia intorno ai 6 mesi di vita dell’infante, ma ci sono scuole di pensiero che anticipano l’introduzione di alimenti già dal quarto mese; differenti anche gli approcci ai tipi di alimenti che si devono proporre ai piccoli nelle fasi iniziali, perché c’è chi consiglia di iniziare con frutta fresca passata e chi, invece, suggerisce farine solubili a base di cereali o, più frequentemente, verdure passate, alternando vari tipi per dare al lattante la capacità di apprezzare gusti diversi.
Per comodità e per praticità, spesso i genitori utilizzano quindi gli omogeneizzati, ovvero alimenti sottoposti a un particolare processo di omogeneizzazione, che li tritura finemente fino a ottenere una purea senza però inglobare aria, come potrebbe avvenire attraverso un frullatore. Queste “passate” di alimenti sono specifiche per le primissime fasi dello svezzamento e devono poi essere sostituite con cibo finemente spezzettato e schiacciato quando il piccolo continua a crescere e spuntano i primi dentini.
In commercio esistono omogeneizzati di ogni tipo e marca, da quelli alla carne (manzo, coniglio, cavallo, tacchino, pollo, agnello e prosciutto, ad esempio, comunemente introdotti sin dal quarto mese) a quelli a base di pesce (platessa, orata, nasello, trota, spigola o salmone, solo per fare degli esempi, che in genere si introducono dopo il sesto mese), da quelli al formaggio a quelli alle verdure e alla frutta.
Questi omogeneizzati industriali sono ovviamente prodotti rispettano specifiche normative italiane ed europee, utilizzando ingredienti di comprovata qualità (ci sono anche produzioni a marchio biologico) e con rigidi controlli in ogni fase; inoltre, come detto, sono facili da reperire e molto comodi anche perché si conservano a lungo. Però, se abbiamo tempo, modo e volontà di preparare una pappa ancora più speciale per il nostro piccolo, possiamo cimentarci nella preparazione degli omogenizzati in casa, che saranno ancor più naturali e saporiti, perché fatti con il massimo controllo sulla qualità e sulla tipologia di ingredienti utilizzati.
La possibilità di fare gli omogeneizzati in casa ci permette ovviamente anche di combinare gli ingredienti in modo più originale e personalizzato, contribuendo alla formazione del gusto dei bambini e intercettando anche le loro prime richieste specifiche.
L’aspetto fondamentale del processo è, come è facile intuire, l’acquisto delle materie prime: frutta, verdure e carne devono essere rigorosamente di alta qualità, acquistate da rivenditori di fiducia, e di estrema freschezza.
Sono poi utili anche alcuni strumenti, necessari per fare scorta di omogeneizzati: oltre all’apposito omogeneizzatore (un apparecchio specifico che non tutti hanno in casa), possono consentire di raggiungere l’obiettivo anche i più comuni passaverdure e mixer-frullatore, mentre i vasetti monoporzione sono perfetti per conservare il prodotto passato.
Possiamo iniziare preparando omogeneizzati di frutta, che avranno la consistenza di una vellutata che sarà molto gradita a un palato abituato solo all’introduzione del latte materno (o artificiale).
Vale la premessa fatta prima: gli ingredienti devono provenire da agricolture di qualità, possibilmente biologiche, dove la coltivazione avviene senza utilizzo di concimi chimici, antibiotici o pesticidi, e non dobbiamo inoltre trascurare stagionalità e vicinanza dei prodotti (nell’ottica della filosofia a km 0 che ci permette di portare in tavola alimenti più “naturali”).
I tipi di frutta più adatti per fare omogeneizzati, soprattutto per i bambini più piccoli, sono mela, pera e banana, e per rendere la pappa più digeribile possiamo anche cuocere la frutta (ammorbidendone la cellulosa) e sfruttare il prezioso liquido di cottura, naturalmente ricco di zuccheri, vitamine e sali minerali.
Le tipologie di mela più adatte sono Golden Delicius, Stark, Red Delicius e Pink Lady, ovvero varietà succose, zuccherine e profumate; per le pere possiamo scegliere Williams, Decana Del Comizio, Conference e Pera Coscia.
La preparazione è molto semplice: cuociamo a vapore per una decina di minuti la frutta a pezzetti (ovviamente senza aggiungere zucchero e iniziando prima con una sola varietà di frutta, e poi progressivamente mescolando le tipologie per un risultato ancora più gustoso) e poi frulliamo tutto, compreso il liquido, con il mixer, il minipimer, l’elettrodomestico che abbiamo (tipo Bimby) o l’omogeneizzatore; lo step successivo è semplicemente versare nei vasetti precedentemente sterilizzati e chiudere ermeticamente.
Dalla frutta alla verdura, e in particolare al brodo di verdure: oltre a essere un alimento in sé, ricco di nutrienti e ingredienti, questo diventa anche la base delle successive preparazioni per fare omogeneizzati di carne e pesce.
Nei primissimi mesi, il brodo vegetale va preparato semplicemente con patate, carote e zucchine fatte bollire per un’oretta, senza alcuna aggiunta di sale; nei tempi successivi, sempre in sintonia con le indicazioni del pediatra, potremo aggiungere altri ingredienti e verdure, comprese quelle più “difficili” da digerire.
Per fare omogeneizzati di verdure, basterà frullare le verdure utilizzate per fare il brodo vegetale insieme al liquido di cottura, aggiungendo a crudo un filo di olio extravergine d’oliva prima di versare nei singoli vasetti.
Il processo è simile anche per fare passate a base di carne: possiamo scegliere di preparare manzo, coniglio, tacchino, maiale o pollo, ad esempio, selezionando dei tagli magri e tagliandoli a pezzetti. Idealmente, la cottura migliore è quella a vapore per circa 15 minuti (a seconda anche della tipologia di carne), che permette di conservare tutte le proprietà nutritive dell’alimento.
Una volta cotta la carne, prendiamo i pezzetti e li mettiamo nell’apparecchio frullatore insieme a qualche cucchiaio di brodo e un filo di olio extravergine di oliva – eventualmente aggiungendo anche qualche pezzetto di verdure, ad esempio un po’ di patata, per dare una consistenza più vellutata. È importante verificare che la crema finale sia liscia e non presenti pezzetti di carne non frullata.
Come accennato, in genere i pediatri consigliano l’introduzione del pesce in una fase più avanzata dello svezzamento, almeno dopo il sesto mese di vita del bambino e solo dopo altri cibi.
Anche per questa categoria di prodotti possiamo comunque realizzare le nostre preparazioni domestiche: le tipologie di pesce più adatte sono il merluzzo, il nasello e la sogliola, acquistati sempre da rivenditori affidabili e con le giuste rassicurazioni su freschezza e qualità.
Puliamo il pesce, tagliamolo a filetti piccoli e cuociamolo a vapore, e poi il resto segue le indicazioni precedenti: mettiamo il pesce nel frullatore insieme al brodo e all’olio – magari aggiungendo anche qualche pezzo di verdure, per mascherare almeno inizialmente il gusto intenso del pesce che potrebbe essere eccessivo per il piccolo – e procediamo ad azionare la macchina fino a ottenere una crema della giusta consistenza.
Un aspetto su cui concentrare l’attenzione è quello della corretta conservazione dei vasetti fatti in casa: inevitabilmente, gli omogeneizzati domestici durano meno di quelli industriali, che sono a lunga conservazione (perché contengono anche conservanti artificiali).
Di base, gli omogeneizzati preparati in casa durano al massimo 24 ore in frigorifero, ma possiamo prolungare la loro “vita” con due sistemi.
Se pastorizziamo i vasetti – processo che si utilizza ad esempio per le confetture – i nostri omogeneizzati resistono anche alcune settimane: è sufficiente bollire i barattoli (già sterilizzati in precedenza) dopo la chiusura per circa 20 minuti e poi capovolgerli per formare il sottovuoto, che assicura una salubrità prolungata del contenuto.
In alternativa, possiamo anche congelare i barattoli di omogeneizzato e consumarli fino a un massimo di tre mesi dopo la preparazione. Tuttavia, conviene sempre chiedere un parere al pediatra, perché non tutti gli alimenti per bambini sono adatti a questa conservazione.