L’aragosta è il più pregiato tra i crostacei, diffuso nel mar Mediterraneo e nell’oceano Atlantico. È forse considerato il crostaceo per eccellenza, ragion per cui viene di solito consumata solo in occasioni speciali.
Da molti considerata afrodisiaca, l’aragosta è ricca di proteine e sali minerali e ha anche un basso contenuto calorico.
Per valorizzare al meglio le sue carni tenere e dal sapore delicato e inconfondibile è necessario sapere come muoversi in cucina: visto e considerato il suo costo elevato, sarebbe un peccato coprirne il gusto così tenue o rendere stoppose le sue carni così morbide, no?
Ecco perché ho pensato di scrivere questa guida: così che possiate imparare anche voi come cucinare l’aragosta sfruttando al massimo tutto il suo sapore.
L’aragosta non è difficile da preparare. La cosa più importante da ricordare quando la cucinate è che va elaborata il meno possibile e senza condirla troppo, in modo da non coprirne il sapore, andando invece ad esaltarlo.
Ma iniziamo a vedere come sceglierla.
Innanzitutto, l’aragosta viene spesso confusa con l’astice, che è un crostaceo completamente diverso, appartenente a un’altra famiglia di crostacei. La principale differenza tra astice e aragosta è fisica ed immediatamente individuabile: l’astice ha infatti delle chele ben visibili, inesistenti invece nell’aragosta, che presenza invece dei peduncoli, come delle lunghe antenne. Le altre differenze riguardano sapore e consistenza: il gusto dell’aragosta è più tenue, mentre quello dell’astice è più deciso; inoltre la polpa dell’aragosta è infatti più delicata, mentre quella dell’astice è più soda ed elastica.
Per quanto riguarda la scelta dell’aragosta, gli esemplari migliori sono pesanti, ma non troppo grossi
Consiglio: quando acquistate l’aragosta, tenete presente che ci sarà tra carapace ed altro uno scarto pari a circa il 70% del peso totale. Per 2 persone, quindi, ci vorrà un esemplare da almeno 1 kg, in quanto dopo averla pulita il peso si ridurrà a circa 300 g.
Detto questo, potete comprarla viva, come si usa nei ristoranti, in modo da essere sicuri della sua freschezza, oppure surgelata. Personalmente non ho lo stomaco, come si suol dire, di maneggiare crostacei (o qualsiasi altro animale, se è per questo!) vivi, e tanto meno di buttarli vivi nell’acqua bollente, ragion per cui scelgo solo ed esclusivamente la seconda opzione.
Prima di procedere con la cottura dovrete pulire l’aragosta. Per farlo, dovrete spazzolarne bene la corazza sotto l’acqua corrente, lavarla bene, e infine eliminare il budellino nero che attraversa la coda (proprio come si fa per scampi e gamberi).
Il modo più semplice ed usuale per prepararla è facendola bollire. Tenete presente che per un’aragosta da 1 kg ci vorranno circa 15 minuti di cottura. Prolungate o diminuite la cottura di 5 minuti rispettivamente per ogni 200 g di peso in più o in meno.
Attenzione: se avete optato per un esemplare vivo, legatelo a una tavoletta di legno dopo averne disteso la coda, in modo che non si arricci, e dopo averla tuffata nell’acqua bollente chiudete subito il coperchio, in modo da evitare che si slanci fuori.
In alternativa, l’aragosta può anche essere cotta sulla griglia: in questo caso va divisa a metà per il lungo e cotta prima dal lato del dorso. Va cotta per circa 5-10 minuti per lato o finché la carne non diventerà traslucida.
Infine, se decidete di farla brasata dovete dividerla in tranci.
Una volta cotta, lasciatela raffreddare, poi slegatela (se l’avevate legata per la bollitura) e dividete il torace dalla coda, dividendola a metà. Quindi, con le forbici da cucina, incidete la parte inferiore della corazza della coda e sfilate la polpa.
Consiglio: se aprendo l’aragosta trovate le sue uova, non le buttate! Mettetele da parte e mescolatele alla maionese: servirete ai vostri ospiti una salsa prelibata, degna di un gourmet!
Potete servirla con limone, aceto o maionese (semplice o anche aromatizzata con aglio ed erbe); alcuni amano aggiungere anche del burro fuso: semplice e deliziosa.
Se preferite sapori più particolari, potete utilizzare della panna acida, del caviale o persino del tartufo.
Potete conservare l’aragosta in congelatore fio a 3-4 mesi, mentre una volta scongelata andrà conservata in frigorifero ben coperta da pellicola alimentare o chiusa in un sacchetto per 1 giorno al massimo.
Per scongelare l’aragosta, ponetela in frigorifero su un vassoio. Se ne avete congelato solo la polpa, immergete il sacchetto con la polpa congelata in acqua fredda e ponetelo nel frigorifero.